Recensione Quando si spense la notte
Chi è Ottavia Casagrande?
Ottavia Casagrande, nipote di Raimondo Lanza, ha studiato al Goldsmiths College di Londra, conseguendo un Honours Degree in Drama and Theatre Arts. Ha lavorato come regista e attrice in Italia, Gran Bretagna, Francia e Russia. Con Raimonda Lanza di Trabia, ha scritto per Feltrinelli Mi toccherà ballare.
Fonte: Feltrinelli Editore
Qual è la trama del libro Quando si spense la notte?
3 Settembre 1939: con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, quanto potrà durare la non belligeranza dell’Italia? Galeazzo Ciano, ministro degli Affari esteri, conscio di quanto le truppe del Regno siano impreparate, è alla ricerca di un uomo di fiducia che lo aiuti a tenere l’Italia lontana dal conflitto.
Già volontario in Spagna con i franchisti e decorato al valor militare, eccentrico, spregiudicato, celebre per la vita sregolata, Raimondo Lanza Branciforte principe di Trabia lavora per il SIM, il servizio di intelligence militare del regime, ed è l’uomo giusto a cui affidare l’azzardata missione. Ma la fedeltà di Raimondo non è incondizionata: oltre alla sua natura ribelle, entra in gioco la passione per Cora, spia inglese, affascinante e spregiudicata almeno quanto lui.
Tra fughe rocambolesche travestito da monaca e avvelenamenti sventati per un soffio, tra informatori dell’OVRA mimetizzati da attori di Cinecittà e cellule naziste clandestine, Raimondo ordisce sabotaggi e trama scherzi ai danni dei tedeschi, arrivando ad attraversare la Francia dilaniata dalle truppe di Hitler pur di salvare la sua giovane amica dal capo del controspionaggio, il colonnello Santo Emanuele.
Grazie all’inedita testimonianza della figlia di Cora e all’accurata ricerca su documenti d’epoca, l’autrice ricostruisce i nove mesi che dall’inizio della guerra portarono all’ingresso dell’Italia nel conflitto. Prefazione di Raimonda Lanza di Trabia.
Di cosa parla il libro Quando si spense la notte?
Il romanzo apre lo scenario dei nove mesi della rocambolesca storia di Raimondo Lanza, principe di Trabia, che si svolgono tra la fine del ’39 e l’inizio del ’40 e che determinano l’ingresso dell’Italia in guerra, probabilmente grazie agli intrighi architettati dal protagonista stesso.
Secondo i racconti di Geraldine, figlia di Cora, una spia inglese al servizio di re Giorgio VI e complice amante di Raimondo, egli fu parte integrante ed attiva del tessuto politico di quegli anni, nonché intimo amico di Ciano, con il quale in un primo momento ordì raffinati escamotage per far sì che l’Italia potesse affrancarsi dal legame con la Germania di Hitler, in maniera tale da poterne uscire “pulita”.
Raimondo ebbe fin da subito, nei confronti di Cora, un moto affettivo oltre che protettivo, nonostante avesse intuito immediatamente che fosse una spia inglese. Egli le procurò perfino un sicuro rifugio e un’identità fittizia presso un istituto di suore. In lei, come in uno specchio inverso, rivedeva se stesso ed il suo carattere intraprendente, solitario e indomito.
Con lei fu protagonista di coinvolgenti fughe ardimentose, che spesso lasciano il lettore a corto di fiato. La sua capacità di infiltrarsi in una pericolosa cellula tedesca, di intessere interessanti doppi giochi e di farsi passare per tedesco prima e spagnolo in seguito, per riuscire a salvare la vita, stupisce e appassiona moltissimo.
Con grande scaltrezza e un pizzico di fortuna, ebbe modo di trarre in salvo la donna e riportarla, attraverso mille ostacoli e peripezie, in patria. Lì incontrò anche Churchill, grazie all’intercessione del duca d’Alba, ministro di Franco presso la Regina d’Inghilterra. Al primo ministro britannico confidò un segreto che avrebbe dovuto essere di Stato e che salvò l’Inghilterra dalla resa e ufficializzò l’ingresso dell’Italia in guerra.
Così facendo, riuscì a portare a termine una delle missioni affidategli da Ciano: aprire un canale diretto con una nazione che presto sarebbe diventata nemica.
Terminato tutto e rivisto per l’ultima volta Cora, non senza colpi di scena, decise di tornare da nonna Giulia, da Susanna (Agnelli) e, più in generale, alla sua vita quotidiana. Dimentico o forse non troppo che, in quel periodo, anche i muri avevano occhi e orecchie in grado di produrre fascicoli interi, ormai polverosamente affidati alla Storia.
Grazie ai racconti di Geraldine, sapientemente riportati da Ottavia, nipote di Raimondo, abbiamo potuto rileggere parte della Storia che precedette la Seconda Guerra Mondiale, attraverso una chiave di lettura diversa, ridando così luce ad un periodo in cui anche la notte si era spenta.
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Simona Caruso
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