Recensione Metà e metà
Chi è Fabio Pinna?
Fabio Pinna, (Cagliari, 1983) frequenta il corso di informatica sperimentale dell’Istituto Tecnico Industriale. Ai bit preferisce le parole, così inizia a scrivere poesie. Prima di terminare gli studi pubblica una raccolta di poesie naturale conseguenza di rilegature, stampe e manoscritti fatti girare tra gli amici. Tra un lavoro precario e l’altro, continua a scrivere.
In qualità di poeta Fabio Pinna è stato ospite di letture poetiche (Bicinuragica IV edizione, MaTiTaTe II edizione, Circolo dei lettori di Elmas IV edizione, I edizione di LibrAmare a Cagliari), ha condotto una conversazione su poesia e musica al Taranto Rock Festival 2017 (ospiti i cantautori Luca Madonia e Vincenzo Maggiore). Come blogger ha incontrato e intervistato grandi autori, partecipa regolarmente a iniziative letterarie online, blogtour (Feltrinelli, Mondadori, Feltrinelli Zoom, Fazi, Frassinelli) e ha dato -o lo fa ancora- il suo piccolo contributo a importanti progetti letterari nati sul social (@casalettori e @stoleggendo su Twitter).
Qual è la trama del libro Metà e metà?
La silloge si sofferma sui microscopici cicli di vita che animano il sentimento romantico. L’amore spogliato dei suoi canoni ideali, piuttosto un insieme di forze costanti che costruiscono e demoliscono. Lì, nella parte sommersa dei cuori. Quella parte più facile da ammettere che da vivere, giorno per giorno, da accettare e da addomesticare. L’amore vive emerso, sopra tutto questo. Il punto fermo mai messo a repentaglio. Una metà più un’altra metà perché insieme siano amore, la nostra metà in un’altra metà per essere pari pur restando dispari. Insieme.
Si struttura idealmente in tre sezioni, non evidenziate particolarmente nel testo, che corrispondono a tre fasi, o contingenze, del rapporto sentimentale: la perdita di tutte quelle piccole cose che sono motivo di unione e la relativa consapevolezza, i picchi e i precipizi la cui media aritmetica risulta nel viversi giorno per giorno, e quei momenti di grazia in cui si riesce a sovvertire la realtà vivendo con più incanto, leggerezza e meno stanchezza l’insieme. Il ritmo è dato da un’impostazione che si potrebbe definire step by step, con variazioni improvvise di intensità e velocità, nei versi, volte a concretizzare anche nella parola un ritmo di vita: un passo alla volta, una gioia, un’avversità, una precarietà alla volta.
Un ritmo adagio di brevi semiminime e pause in cui è possibile accorgersi di tutto. E quindi, vivere tutto. L’ambientazione è il disincanto, sempre pronto alla meraviglia. Splendore e buio. Non solo come è l’amore ma come, probabilmente, è la vita intera. Metà e metà. Splendore e buio. Ensemble.
Di cosa parla il libro Metà e metà?
Sfogliando il libro di Pinna, non si può non avvertire un formicolio alle dita e una fretta dei polpastrelli di girare la pagina per scoprire cosa trasmetterà con la successiva poesia. L’autore comunica una bramosia tattile, un’esperienza d’amore non platonica né mistificata, ma al contrario, tutta sensoriale e conturbante. “La terra trema ma tra le tue dita è pace” e ancora “Con le mani e con tutto quello che hai ancora da augurarti per la prossima mezz’ora”.
Non è libidinoso, né erotico, né pruriginoso, ma canta un sentimento che non avrebbe senso se non condiviso con l’anima e soprattutto con il corpo di entrambi gli individui della coppia. La coppia è composta da due soggetti distinti, ma nell’unirsi si mischiano pelle e spirito in nome dell’attrazione viscerale, nata con l’uomo stesso e amalgamata nel brodo primordiale.
L’attrazione per l’opposto è una forza motrice e creativa: il pieno e il vuoto, Yin e Yang, tesi e antitesi, coppa e lama, bianco e nero. Quando questi elementi si incontrano, sviluppano una magia che deve poi tornare necessariamente al proprio posto per riavviare il magnetismo vitale. Vi è alchimia in questo libro, un “solve et coagula” lirico estremamente solleticante.
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Marilena Tocci
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