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    Recensione L’uomo che piantava gli alberi

    recensione l'uomo che piantava gli alberi

    L’uomo che piantava gli alberi

    Chi è Jean Giono?

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    Jean Giono

    Jean Giono nacque a Manosque, in Provenza, nel 1895, da una famiglia d’origine piemontese. Il padre era calzolaio e la madre stiratrice. Fu impiegato di banca, ma coltivò fin da giovane la passione letteraria, grazie alle appassionate letture di Omero e di Virgilio. Partecipò alla prima guerra mondiale e fu tra gli undici uomini del suo battaglione che sopravvissero a Verdun (1917). Ciò lo segnò per tutta la vita e l’indirizzò verso un ideale pacifista, fortemente palesato all’approssimarsi del secondo conflitto mondiale.

     

     

    Le sue opere sono caratterizzate non di rado da toni epici, a cui egli ricorse perlopiù allo scopo d’esaltare il messaggio naturista, oltre ad accurate indagini psicologiche della figura umana e a forti influenze di Stendhal nella tecnica narrativa. Lontano dall’essere l’autore regionalista che si potrebbe credere, autodidatta, diventò amico di Lucien Jacques, André Gide e Jean Guéhenno.

    Fonte della biografia e della foto: Wikipedia

    Qual è la trama del libro “L’uomo che piantava gli alberi” dello scrittore Jean Giono?

    Durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile: un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest’uomo stava compiendo una grande azione, un’impresa che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta «come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione»

    Di cosa parla il libro “L’uomo che piantava gli alberi” dell’autore Jean Giono?

    Elzéard Bouffier, il protagonista de “L’uomo che piantava gli alberi”, è opera di fantasia. Jean Giono ha più volte dichiarato che si tratta di un personaggio interamente inventato, creato per trasmettere un messaggio universale di speranza e rigenerazione.

    In una lettera del 1957, Giono scrisse:

    “Mi dispiace deludervi, ma Elzéard Bouffier è un personaggio inventato. L’obiettivo era quello di rendere piacevoli gli alberi, o meglio, rendere piacevole piantare gli alberi.”

    L’intento di Giono era di illustrare il potenziale trasformativo dell’azione individuale, senza attribuirlo a una figura storica specifica. Tuttavia, l’idea di dedicare la propria vita a un gesto così semplice e generoso ha portato molte persone a cercare analogie con figure storiche o locali. Ad esempio, alcuni hanno ipotizzato che Giono si sia ispirato a contadini o forestali francesi impegnati nella riforestazione.

    Il racconto è dunque un’allegoria, una celebrazione dell’impegno personale e della relazione positiva tra l’uomo e la natura, più che una biografia o un episodio basato su fatti reali. Se l’idea di una figura simile ti affascina, ci sono esempi storici di individui che hanno trasformato il paesaggio, come gli sforzi di riforestazione di Richard St. Barbe Baker o di movimenti moderni come il Green Belt Movement fondato da Wangari Maathai.

    Jean Giono, con “L’uomo che piantava gli alberi”, ci regala un racconto breve di straordinaria profondità, che si distingue per il suo messaggio universale di rigenerazione e speranza. Pubblicato per la prima volta nel 1953, il testo è una parabola ecologica che incanta per la semplicità della narrazione e l’intensità dei suoi temi.

    La storia si svolge in una regione arida e desolata della Provenza, un paesaggio che riflette la miseria e l’abbandono della vita umana in sintonia con una natura degradata. In questo contesto, emerge la figura di Elzéard Bouffier, un pastore solitario che, attraverso un gesto apparentemente modesto, pianta semi di alberi uno alla volta trasformando il destino di un’intera regione. Nel corso di decenni, la sua opera restituisce vita, colore e prosperità a una terra che sembrava destinata al deserto.

    La forza di questo racconto sta nella sua semplicità. Giono adotta uno stile sobrio e diretto, in armonia con il carattere del suo protagonista e riesce a evocare immagini potenti, quasi cinematografiche, che rimangono impresse nella mente del lettore. La rigenerazione del paesaggio è un miracolo ecologico, un atto profondamente umano, che celebra il valore della perseveranza, della dedizione e del silenzioso eroismo.

    Il testo rappresenta anche un valore educativo per tutte le età. Oltre al suo valore letterario, “L’uomo che piantava gli alberi” possiede una straordinaria potenzialità educativa e pedagogica, rendendolo un testo ideale per sensibilizzare grandi e piccoli sui temi ambientali.

    La storia di Elzéard Bouffier, con la sua semplicità e immediatezza, è particolarmente adatta a essere introdotta nelle scuole per promuovere nei bambini e nei ragazzi una riflessione sulla relazione tra l’uomo e la natura.

    Il protagonista, con il suo gesto silenzioso e altruista, diventa un esempio tangibile di come anche le azioni più modeste possano avere un impatto straordinario. Questo messaggio risuona particolarmente bene con i giovani, che spesso si sentono impotenti di fronte alle grandi sfide globali, come il cambiamento climatico. Il racconto mostra loro che il cambiamento inizia con piccoli atti di cura e attenzione.

    Sul piano pratico, L’uomo che piantava gli alberi può essere utilizzato come punto di partenza per progetti scolastici interdisciplinari per favorire e condividere discussioni etiche, che incoraggino i ragazzi a riflettere sull’importanza della pazienza, dell’altruismo e della responsabilità verso il pianeta.
    Infine, il tono pacato e ottimista del racconto lo rende perfetto anche per la lettura condivisa tra genitori e figli, creando un momento di dialogo intergenerazionale sulle sfide ambientali e sulle possibili soluzioni. Questo approccio permette di instillare nei giovani una sensibilità ecologica che possa accompagnarli per tutta la vita.

    Lieto di aver assistito, presso la scuola primaria dove lavoro, alla significativa rivisitazione e trasposizione teatrale di Daniela Zenobi

    “L’uomo che piantava gli alberi” riesce a combinare un messaggio profondo con una narrazione accessibile e poetica. La sua capacità di ispirare lettori di ogni età, sensibilizzandoli sull’importanza della cura per l’ambiente, lo rende un’opera letteraria eterna e anche uno strumento educativo di straordinaria efficacia. Un testo che, attraverso la forza dell’immaginazione e della speranza, insegna che ognuno di noi può fare la differenza.

    Marco Schifilliti

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