Recensione Il viaggio di Apione
Chi è Maria Caputi?
Maria Caputi, dopo una lunga carriera nel mondo della libera professione di architetto, iniziata contemporaneamente a quella universitaria, poi abbandonata, ha fondato un’impresa culturale, La Terra dei Miti Srl, per promuovere la conoscenza dell’enorme valore culturale del territorio dei Campi Flegrei a studenti e viaggiatori, italiani e stranieri.
La Terra dei Miti è partner del Parco archeologico dei Campi Flegrei nel primo Partenariato Pubblico Privato in Italia per la gestione del Macellum cd Tempio di Serapide, il monumento simbolo di Pozzuoli finora aperto al pubblico solo in rare occasioni straordinarie.
Qual è la trama del libro Il viaggio di Apione?
Dalle sabbie dell’oasi del Fayyum una squadra di archeologi rinviene un cofanetto con due papiri, due lettere inviate a casa da un giovane marinaio. Da qui parte il viaggio del giovane Apione, che si muove dalle coste d’Egitto per arruolarsi nella Classis Praetoria Misenensis, la flotta imperiale romana di stanza a Miseno, senza immaginare che, oltre a conoscere una nuova terra, nuovi amici e forse anche un grande amore, sarà addirittura chiamato a difendere la vita dell’imperatore!
Ispirato a eventi storici realmente avvenuti, il viaggio è un romanzo di formazione coinvolgente, ambientato in un territorio carico di fascino: durante la sua avventura Apione scoprirà Miseno e il porto della flotta, Pozzuoli e i suoi edifici pubblici tra cui l’anfiteatro Flavio, le Terme di Baia e, naturalmente, Cuma. E noi con lui.
Di cosa parla il libro Il viaggio di Apione?
Il libro in esame, caratterizzato da una forte impronta storica, conquista immediatamente il lettore grazie a uno stile scrittore scorrevole e accessibile. La prefazione, a cura di Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, anticipa le basi storiche e i luoghi in cui si sviluppa la narrazione del romanzo.
Fin dalle prime pagine, si viene catapultati in una dimensione che riporta alla mente i ricordi d’infanzia, quando, all’ascolto delle prime nozioni storiche riguardanti i ritrovamenti archeologici, ci si immaginava come dei piccoli Indiana Jones, pieni di sapere e pronti ad avventurarsi alla scoperta del passato.
Attraverso il racconto, si respira la passione dell’archeologo per il proprio lavoro, il desiderio di scoprire e di compiere un ritrovamento significativo che possa contribuire alla ricostruzione degli eventi del passato.
La sensazione descritta nel momento del ritrovamento di un oggetto antico, dopo quasi duemila anni, rappresenta uno dei momenti più intensi del romanzo, poiché fa emergere la consapevolezza che l’ultimo a possederlo è stato un uomo del passato.
Il romanzo ha come obiettivo la ricostruzione della vita di un ragazzo che ha lasciato alla storia due lettere, due papiri ritrovati in Egitto, custoditi in una collezione privata e poi donati al Museo Egizio di Berlino. Grazie agli studi effettuati sui papiri, è stato possibile risalire alla datazione delle lettere, risalenti al II secolo d.C., inserendo così la vita di questo marinaio Apione/Massimo Antonio in un contesto storico preciso.
La precisione delle descrizioni che ricostruiscono paesaggi, edifici e città in cui si svolge la narrazione, rende l’esperienza di lettura coinvolgente e affascinante, poiché frutto di approfondite ricerche e studi. Al termine del racconto, la descrizione accurata delle basi storiche e delle specifiche storiche consente di cogliere con maggior chiarezza l’importanza della narrazione, che oltre a rappresentare un piacevole passatempo, diviene un momento di formazione. Il genere narrativo risulta accessibile e interessante per chi ama la storia, ma allo stesso tempo rappresenta un’opzione stimolante per una fascia di lettori più giovane.
Consigliamo quindi vivamente la lettura di questo romanzo che rappresenta un’esperienza coinvolgente e istruttiva.
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