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    Lacerti di Lettura La pelle

    La pelle di Curzio Malaparte

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    lacerti di lettura la pelle

    Lacerti di Lettura La pelle

    Non vi è alcuna dignità in quei popoli che fondano la loro economia sul lavoro minorile.

    “Bande di ragazzi cenciosi, inginocchiati davanti alle loro cassette di legno, battevano le loro spazzole, gridando:<sciuscià! Sciuscià! Scioe – shine! Scioe – shine!>”.

    A volte la ragione ha torto.

    Gli americani credono che Cristo stia sempre dalla parte di coloro che hanno ragione. Perché credono che è una colpa avere torto. Credono che un popolo vinto è un popolo di colpevoli.

    La dignità di un uomo si esprime con la consapevolezza che le sue idee ed i suoi principi valgono più della sua esistenza.

    C’è una profonda differenza tra la lotta per non morire e la lotta per vivere. Gli uomini che lottano per non morire serbano la loro dignità, la difendono con ostinazione feroce. Lottavano contro gli invasori. Era una lotta nobile, dignitosa, leale. Le donne non buttavano il loro corpo sul mercato nero per comprarsi il rossetto, le calze di seta”

    Vale proprio la pena di vivere una vita conquistata con l’umiliazione?

    È una cosa orribile, lottare per vivere. Soltanto per salvare la propria pelle. Non è lotta per la libertà, per la dignità umana. È la lotta contro la fame. Quando gli uomini lottano per vivere, sono capaci di qualunque vigliaccheria. Per un tozzo di pane ciascuno di noi è pronto ad asciugarsi sorridendo la guancia sporca di sputo. Preferivo la guerra”.  

    Spesso la grazia femminile è come il sole, può entrare in una cloaca e restare splendente e puro senza contaminarsi.

    La ragazza fumava in silenzio, con un distacco orgoglioso. Nonostante l’insolenza del suo vestito di seta rossa, l’acconciatura barocca, le labbra carnose, e quelle sue ciabatte sdrucite, la sua volgarità non aveva nulla di personale. Pareva piuttosto un riflesso della volgarità dell’ambiente che l’avvolgeva tutta, sfiorandola appena.

    Gli italiani sono coloro che rendo eroica, con le leggi e i decreti, anche la vigliaccheria.

    Nell’ordine firmato dal maresciallo Badoglio era scritto:<ufficiali e soldati italiani, buttate le vostre armi e le vostre bandiere eroicamente ai piedi del primo venuto>.”  

    Il surrealismo della stupidità di certi burocrati.

    Un commissario si avvicinò ai morti. Il suo tono era quello di chi affronta un malfattore. Gridava:<i documenti! I documenti!>. Pensavo alle noie che avrebbero passato quei morti, se non avessero avuto le carte in regola”

    Se si è liberi, si è liberi persino in una galera.

     “ Si era rifiutato di offrire le chiavi della città. <Ma il Generale è il nostro liberatore!> esclamò il Prefetto. <Non lo metto in dubbio> aveva risposto <ma io sono un uomo libero, e soltanto i servi hanno bisogno di essere liberati> .

    Quello sguardo, temuto, che gli umiliati danno alla nostra coscienza.

    Non volevo seguirlo, sapevo che mi avrebbe mostrato qualche atroce testimonianza dell’umiliazione fisica e morale cui può giungere l’uomo nella sua disperazione. Non mi va di guardar gli uomini mentre scendono gli ultimi scalini dell’abiezione: temo sempre che si voltino indietro e mi sorridano”.  

    Spesso l’assurdità prevale perché la ragione non si rassegna alla sua esistenza.

     “Hitler è un elemento del mistero dell’Europa, che la ragione cartesiana non può penetrare. Credi di poter spiegare Hitler col solo aiuto di Descartes? .

    È all’uguaglianza in vita che si deve aspirare non a quella in un aldilà ipotetico.

    Gli uomini sono uguali non soltanto di fronte alla morte ma di fronte alla vita.

    Sulla sofferenza dei più deboli prosperano i ricchi e la Chiesa. I primi traggono il vantaggio dalla loro condizione di bisogno, i secondi dal loro ruolo di misericordiosi.

    La società capitalista, è la forma più possibile di cristianesimo. Che senza l’esistenza del male non vi può essere Cristo. Che la società capitalistica è fondata su questo sentimento: che senza l’esistenza di esseri che soffrono, non si possa interamente godere dei propri beni e della propria felicità; che il capitalismo, senza l’alibi del cristianesimo, non potrebbe reggere.”  

    Chi non ha il coraggio di ammettere le sue sconfitte e capace di ogni slealtà di ogni scorrettezza.

    Sono i vinti che governano il mondo. Sono sempre i vinti che portano la civiltà nei Paesi dei vincitori.”  

    Vi sono città che oltre ad essere un luogo sono anche una metafora.

    Napoli è la più misteriosa città d’Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita come Ilio, come Mineve, come Babilonia. È la sola città del mondo che non è affondata nell’immane naufragio della civiltà antica. Napoli è una Pompei che non è stata mai sepolta. Non è una città: è un mondo.

    Il vizio non conosce barriere di censo.

     “La presenza tra loro di quei giovani operai, metteva a nudo, per la prima volta, quella promiscuità sociale del vizio, che per solito, ama nascondersi, come elemento più segreto del vizio stesso. I contatti fra l’alta nobiltà degli invertiti e l’omosessualità proletaria si rivelavano impudicamente scoperti ”

    I popoli vinti sono come certe donne che si concedono amabilmente a chi le ha rapite solo per poter di fatto continuare a prevalere nonostante la loro condizione di inferiorità. Ella si umilia per vincere.

    Il negro non si accorgeva di essere diventato una merce di scambio, non sospettava neppure di essere venduto e comprato come uno schiavo. Non era certo dignitoso, per i soldati negri dell’esercito americano, aver vinto la guerra, essere sbarcati a Napoli come vincitori, e trovarsi ad essere venduti e comprati come poveri schiavi. Ma a Napoli queste cose accadono da mille anni. Il popolo napoletano sarebbe morto di fame già da molti secoli, se ogni tanto non gli capitasse la fortuna di poter comprare e rivendere tutti coloro, italiani o stranieri, che pretendono di sbarcare a Napoli da vincitori o da padroni“.

    Nella circostanza della morte il rispetto di se stessi impone la salvaguardia della propria dignità, delle proprie idee e dei propri principi. 

    Gli uomini, quando lottano per non morire, si aggrappano con la forza della disperazione a tutto ciò che costituisce la parte viva, eterna, della vita umana, l’essenza, l’elemento più nobile e più puro della vita: la dignità, la fierezza, la libertà della propria coscienza. Lottano per salvare la propri anima. ”  

    C’è un vento che rende irreali luoghi e persone, deforma i lineamenti e condiziona i comportamenti.

    Quando soffia lo scirocco, la pelle umana trasuda, gli zigomi luccicano nelle facce madide di opaco sudore, dove una negra peluria sparge un’ombra sudicia e molle intorno agli occhi , alle labbra, agli orecchi. Le voci stesse suonano grasse e pigre e le parole hanno un senso diverso dal solito. La gente cammina in silenzio, come oppressa da una secreta angoscia.

    Chissà perché l’erezione maschile nell’arte è rappresentata in forma satira e farsesca. Forse perché in assenza di libido essa appare grottesca.

    “Gli organi genitali hanno sempre avuto una grande importanza nella vita dei popoli latini, e specialmente nella vita del popolo italiano, nella storia d’Italia. La vera bandiera italiana non è il tricolore, ma il sesso, il sesso maschile. Il patriottismo del popolo italiano sta tutto lì, nel pube. L’onore, la morale, la religione cattolica, il culto della famiglia, tutto è lì, fra le gambe, tutto è lì, nel sesso. ”

    Principi, lealtà e coerenza per molti italiani non valgono. Questi sono portati a compiacere di più il vigliacco che l’eroe, anzi, è proprio il vigliacco il loro eroe ed il disordine è il loro stigma.

    Marciavano a testa alta, cantando, fieri di aver insegnato ai popoli di Europa che non c’è ormai altro modo di vincere  le guerre che buttar le proprie armi e le proprie bandiere, eroicamente, nel fango, <ai piedi del primo venuto>.”  

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    Carmelo Celona

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    Gurda anche questo video “CultBook” sul libro

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