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Il Linguaggio Giraffa per condividere suggerimenti

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Il Linguaggio Giraffa per condividere suggerimenti

Il Linguaggio Giraffa per condividere suggerimenti

Nel vasto orizzonte delle teorie comunicative, il nome di Marshall Rosenberg risplende con una luce particolare, illuminando il sentiero dell’empatia e della connessione autentica. Pioniere della Comunicazione Nonviolenta (CNV), Rosenberg ha introdotto il concetto affascinante del “Linguaggio Giraffa”, un approccio che invita alla comprensione profonda e al rispetto reciproco nelle interazioni quotidiane.

Quali sono i risvolti comunicativi ed emotivi nel momento in cui si elargiscono suggerimenti, soprattutto in assenza di richiesta condivisa?

È qui che la saggezza di Rosenberg si rivela più che mai essenziale.

La saggezza della “giraffa”

La giraffa, con il suo cuore grande e il collo lungo, diventa metafora perfetta per rappresentare la comunicazione empatica. Nel “Linguaggio Giraffa”, ogni parola è scelta con cura per nutrire la relazione, anziché ferirla. Rosenberg ci insegna che comunicare con il cuore significa osservare senza giudicare, esprimere i propri sentimenti autenticamente e riconoscere i bisogni propri e altrui.

Quando offriamo un suggerimento, è facile cadere nella trappola del “Linguaggio Sciacallo” – critico, giudicante e spesso percepito come un attacco. Invece, il “Linguaggio Giraffa” ci invita a chiedere permesso, a condividere dal cuore e a rispettare profondamente l’autonomia dell’altro. È un invito a coltivare una comunicazione che informa e trasforma.

Suggerimenti non richiesti: tra giudizio e empatia

I suggerimenti non richiesti sono un terreno insidioso, spesso seminato di buone intenzioni ma raccolto di incomprensioni. Quando offriamo consigli senza che ci siano stati richiesti, rischiamo di scivolare in una forma di comunicazione che Rosenberg definirebbe sciacallesca – un linguaggio che può essere percepito come invadente, paternalistico e critico.

La percezione del giudizio

Nell’offrire un suggerimento non richiesto, l’altro può sentire il peso del giudizio implicito, come se le sue capacità o le sue scelte fossero messe in discussione. Questo mina la fiducia e crea una barriera che ostacola la vera comprensione. Rosenberg ci esorta a praticare l’osservazione senza giudizio, a descrivere i fatti in modo neutro e a condividere i nostri sentimenti e bisogni in modo onesto e rispettoso.

La critica velata e la generalizzazione

Anche i suggerimenti più benevoli possono essere intesi come critiche velate. Dire “Dovresti fare così” può implicare che l’attuale modo di fare sia sbagliato. Inoltre, i suggerimenti spesso mancano del contesto specifico dell’altro, cadendo in generalizzazioni che escludono o ignorano alcune circostanze uniche. Il “Linguaggio Giraffa” ci insegna a essere specifici, concreti e a evitare le trappole della generalizzazione, riconoscendo la complessità dell’esperienza altrui.

La disfunzionalità comunicativa

I suggerimenti non richiesti possono interrompere l’empatia e creare disfunzionalità nelle dinamiche relazionali. Creano un disallineamento tra i bisogni del suggeritore e quelli del destinatario, spesso portando a frustrazione e tensione. Rosenberg ci invita a costruire ponti di comprensione, chiedendo permesso prima di offrire consigli e accettando la risposta dell’altro, che può legittimamente declinare l’offerta.

Un invito alla comunicazione empatica

Immaginiamo un mondo in cui ogni suggerimento sia un dono offerto con rispetto, un’espressione di cura autentica. In questo mondo, il “Linguaggio Giraffa” fiorisce, trasformando le nostre interazioni in occasioni di crescita reciproca e di connessione profonda.

Marshall Rosenberg ci ha lasciato un’eredità preziosa: un metodo per comunicare che valorizza l’empatia e il rispetto. Attraverso il “Linguaggio Giraffa”, possiamo imparare a offrire suggerimenti in modo che siano veramente utili e accolti con gratitudine, anziché percepiti come giudizi o critiche. È un’arte sottile, ma profondamente trasformativa, che ci invita a vedere l’altro con occhi nuovi, a parlare con il cuore aperto e a creare relazioni basate sulla fiducia e sulla comprensione reciproca.

In un’epoca di comunicazioni veloci e spesso superficiali, la lezione di Rosenberg risuona con una forza rinnovata. È un invito a rallentare, ad ascoltare e a parlare con l’intenzione di nutrire le nostre relazioni. Solo così, attraverso l’empatia della giraffa, possiamo costruire un mondo più armonioso e connesso.

Marco Schifilliti

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