Recensione Dimmelo adesso
Chi è Caterina Falconi ?
Dimmelo adesso è un romanzo breve ma intenso, scritto dalla prolifica Caterina Falconi e uscito per la casa editrice Vallecchi di Firenze.
Uno spaccato di vita scolastica vissuto attraverso le sue problematiche sociali.
L’autrice ne focalizza l’attenzione dando vita a un testo corale con più protagonisti, i ragazzi di una scuola media, i loro insegnanti e poi Angelica, che osserva nel suo angolino in maniera distratta e con aria disincantata, i momenti salienti della giornata.
Angelica è molto bella, è laureata e vive una fase di transizione che la porta a interrogarsi sulle sue mancanze e i suoi fallimenti.
La donna cosi decide di ritagliarsi un posto da bidella in una scuola media di provincia.
Sarà l’edificio scolastico, il luogo in cui si consumeranno atti di bullismo perpetrati ai danni di un orfano immigrato da parte di ragazzi pronti a stabilire sempre più un dominio sociale cercando di avere in loro favore, il controllo della situazione.
Un romanzo verità che ha come tematica centrale il bullismo sociale e virtuale, che nasconde pericoli e insidie, e si manifesta attraverso azioni volte all’aggressività fisica o psicologica che durano nel tempo lasciando profonde cicatrici nei soggetti più deboli.
Secondo le statistiche al giorno d’oggi un ragazzo su due è vittima di questo fenomeno al quale ne escono sconfitti gli adolescenti, i genitori e la nostra società.
Dall’età dei 12 anni in poi. si instaura nei giovani un vero e proprio sodalizio che li fa essere amici e al stesso tempo complici, in un contesto di una scuola media gli stessi amici possono diventare branco dove realizzano e concretizzano attraverso i loro istinti atti di violenza, dando sfogo anche ai loro impulsi sessuali.
In questa fase della loro vita, i genitori sono distratti e perdono il controllo sui propri figli, non riuscendo più a relazionarsi con loro, diventano sfuggenti e al tempo stesso imprevedibili nelle loro azioni.
Caterina Falconi vuole offrire questa chiave di lettura, in un romanzo breve si, ma ricco di spunti e con la grande capacità di portarci a delle riflessioni e a degli interrogativi.
La storia non si sofferma solo sul bullismo, ma sulla mancanza genitoriale nel saper ascoltare i propri figli.
Gli insegnanti finiscono con l’avere un ruolo quasi marginale, diventando spettatori disinteressati e relegati solo al compito di portare a termine una lezione.
E’ opportuno sottolineare a mio avviso, che con l’instaurarsi della sessualità, cessa la relazione verticale che c’è tra un genitore e il proprio figlio e inizia quella orizzontale in cui per un ragazzo vede in un amico o amica il suo vero e proprio punto di riferimento, il dialogo non è detto che diventi qualcosa di utopistico, sicuramente ci sono i contesti e gli strati sociali e familiari che li determinano e ricollegandomi a quel che l’autrice vuole mettere in evidenza, diventa necessario il confronto reciproco.
Ritengo utile che un figlio al giorno d’oggi prenda il suo genitore come un modello di vita, affinché nella sua fase adolescenziale costui non passi in secondo piano e diventi un esempio da seguire, una persona di cui fidarsi, il suo vero amico.
Penso che se il genitore sia anche l’amico del proprio figlio, si potrà intraprendere un percorso di crescita inteso come nucleo familiare.
Dimmelo adesso titolo del romanzo, sono due semplici parole che suonano come apertura a un dialogo che va incontro soprattutto a una richiesta di aiuto, prima che sia troppo tardi, un aspetto fondamentale su cui poggia questa storia, la Falconi attraverso la denuncia sociale di un fenomeno sempre più in forte espansione nelle nuove generazioni, offre una speranza che si chiama via di uscita e bisogna approfittarne per rendere migliore la nostra società.
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Dario Brunetti