Recensione Il seme della speranza
Chi è Emiliano Reali?
Emiliano Reali, laureato in discipline storico religiose nel 2000, l’anno successivo è tra i vincitori del concorso nazionale “Giovani Parole” indetto dalla scuola Holdendi Torino con il racconto La Corda d’argento, come premio frequenta un corso intensivo sulle tecniche narrative presso tale istituto. Il suo primo romanzo Ordinary (Serarcangeli, 2004) è divenuto nel 2008 uno spettacolo teatrale per “Il Progetto Speciale Teatro 2007/2008” patrocinato dal Comune di Roma.Tra le pubblicazioni due favole illustrate, Il cristallo del cuore (Edigiò, 2008) e La reggia di luce (Edigiò, 2009), utilizzate come testi nelle scuole elementari. Reali scrive per il cinema, è autore del cortometraggio Santallegria (MKM, 2011) con protagoniste Serena Grandi e Monica Scattini, è blogger per l’Huffington Post dove tiene la rubrica ‘Nel giardino delle parole’ e inoltre collabora con Il Mattino.
Qual è la trama del libro Il seme della speranza?
In principio fu Spyria, l’immortale, piena dell’amore necessario a generare ogni essere vivente, che creò l’universo. La divina genitrice diede origine a due mondi paralleli, lontani e diversi tra loro, seppure intimamente legati: quello degli Spiriti e delle Divinità, dove l’armonia e l’incanto regnano sovrani, e il pianeta Terra. Lo sfruttamento degli individui e della natura su quest’ultimo ruppe il fragile equilibrio di connessione tra i due. Non sarà sufficiente la magia a ripristinare ciò che un tempo era stato concepito…
Di cosa parla il libro Il seme della speranza?
Lo stile di scrittura del libro “Il seme della speranza” è immediato e piuttosto scorrevole, adatto soprattutto ai più giovani. La trama si articola in modo inaspettato. Gli eventi, inizialmente ambientati in un mondo fantastico quasi arcaico che ripercorre la creazione dell’universo, fanno assumere ai protagonisti i tratti di miti cosmogonici.
Attraverso la narrazione fantastica, l’autore esprime il desiderio di ripercorrere gli atti della Creazione, di cui una Regina perfetta, incorruttibile e algida è la fautrice. Diversi racconti si articolano parallelamente, mettendo in gioco una serie di scenari fantastici.
Questo mondo che sembra sussistere in maniera autonoma si scopre interconnesso in modo indelebile alla Terra. L’incorruttibilità del mondo fantastico è messa a rischio dall’avventatezza e dalla spregiudicatezza delle azioni umane che, sfruttando le proprie risorse naturali, ipotecano così il proprio futuro.
Si introduce così un tema ambientalista, che viene solo accennato e rimane di sottofondo, in quanto la narrazione ritorna a concentrarsi su dinamiche più fantasy. Finita la lettura, la sensazione generale è quella di aver letto un romanzo fantasy che a tratti ricorda quei racconti legati alla propria infanzia, in cui la mitologia viene raccontata con uno stile fiabesco per renderla più accessibile e interessante.
La lettura è piacevole e consigliata agli amanti del genere.
Marco Schifilliti
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