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    Recensione Schumacher

    La leggenda di un uomo normale

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    Chi è Leo Turrini?

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    Leo Turrini

    Leo Turrini è laureato in giurisprudenza, segue da anni i grandi dello sport per i quotidiani il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno. È presente in qualità di opinionista presso Sky Sport (egli è, infatti, ospite fisso di Race Anatomy, programma condotto dal giornalista Fabio Tavelli che va puntualmente in onda alla fine di ogni Gran Premio di Formula 1). Considerato uno dei maggiori esperti italiani di Formula 1 e da sempre vicino all’ambiente e alle personalità di spicco del Cavallino, è ideatore nonché autore di Profondo Rosso, rinomato blog in cui tratta le tematiche principali del mondo delle quattro ruote e in cui ama dilettarsi, sovente, nel racconto di amarcord, aneddoti o ricordi.

     

    La sua attività e i suoi interessi, tuttavia, si concentrano anche su altri sport, quali calcio (è un tifoso dell’Inter e del Modena), ciclismo e pallavolo (è stato tra i fondatori del mensile SuperVolley) oltre che su altri campi come musica, cinema e costume. È stato sovente ospite di trasmissioni sportive sulle reti nazionali (ha condotto, tra gli altri, il programma Gialli di notte, incentrato sul Modena).

    Qual è la trama del libro Schumacher?

    Cosa conta di più nella Formula Uno, l’uomo o la macchina? Il progresso tecnologico sembrava aver dato la risposta definitiva: la differenza la fa il mezzo meccanico. Poi, è arrivato Michael Schumacher. Sette volte campione del mondo, ha battuto tutti i record: Gran Premi vinti, Pole Position conquistate, Giri Veloci segnati. Nessuno, nel mondo dell’automobilismo, ha vinto tanto quanto lui. Neppure Juan Manuel Fangio, Ayrton Senna o Alberto Ascari. Di lui si è scritto tanto, dal folgorante esordio con la Benetton fino all’incidente del dicembre 2013. Eppure, l’uomo Schumi rimane un mistero: pochissimi possono dire di conoscerlo veramente.

    Nell’era della comunicazione globale, l’idolo di milioni di appassionati ha scelto di nascondere la sua personalità e la sua storia. Questo libro, aggiornato con un capitolo inedito agli eventi più recenti, cerca di svelare i segreti di una carriera irresistibile, dai fallimenti scolastici alle fughe per correre in kart, passando per quell’autentica ossessione rappresentata da Ayrton Senna, prima modello e poi irriducibile avversario. Fino a capire come e perché Schumi, un “uomo normale”, non sia diventato solo il più grande pilota della sua generazione, ma una vera leggenda del nostro tempo.

    Di cosa parla il libro Schumacher?

    “Cosa conta di più nella Formula Uno, l’uomo o la macchina?” È questo l’interrogativo che Leo Turrini, giornalista, opinionista di Sky, firma di QN, giornalista e scrittore si pone nel libro “Schumacher. La leggenda di un uomo normale”.

    Con i suoi 91 Gran Premi vinti, 155 podi, 1566 punti ottenuti, 68 pole position e 77 giri veloci, Schumacher, da oltre dieci anni al centro delle attenzioni mediatiche, è ritenuto, da molti addetti ai lavori e non solo, una leggenda dello sport e dell’automobilismo moderno.

    Una biografia, quella di Turrini, aggiornata successivamente con gli sviluppi delle vicende che hanno interessato il pilota tedesco: il ritorno alle corse dal 2010 al 2012 con la Mercedes e l’incidente sulla neve, che ha posto il silenzio sulla vita dell’automobilista originario di Hürth, cittadina dello stato federato della Renania Settentrionale.

    Il marito di Corinna, il padre di Mick e Gina Maria, il figlio di Rolf ed Elisabeth, viene ritratto come un campione apparentemente “freddo” e maniacale ma, in realtà, come sintetizza anche il titolo, è una leggenda e al contempo un uomo normale che consente di capire la figura di Schumy anche fuori dalla pista.

    Catalizzatore delle folle, meticoloso, perfezionista, con una fame atavica nell’emergere, amante del calcio tanto che, se non fosse stato un pilota, avrebbe voluto essere un calciatore professionista, appassionato del cibo italiano e degli sport estremi come il paracadutismo, Schumacher nel corso della sua carriera ha duellato con Senna che dipinse il tedesco come ignorante e pericoloso, Villeneuve (figlio di Gilles Villeneuve), Hill (figlio di Graham Hill), Häkkinen, Montoya, Raikkonen ed Alonso, quest’ultimo aiutato dal gap generazionale.

    L’avevano definito di ghiaccio, non incline a far trasparire sentimenti, seguendo un classico stereotipo da uomo tutto d’un pezzo tedesco. Del resto, Michael Schumacher parlava in pista ma nel 2000, anno in cui vinse il primo mondiale con la Ferrari, e il terzo personale, a Monza il glaciale teutonico si sciolse in lacrime quando, a fine gara, gli chiesero “Michael, hai raggiunto le 41 vittorie di Ayrton Senna, significa molto per te?”

    Una domanda che toccò corde dei sentimenti del pilota tedesco. Häkkinen, sincero, amico e rivale d’onore, lo consolò appoggiandogli un braccio, in una conferenza che diventò surreale, nessuno volle rovinare quel momento.

    Il volume è anche un viaggio in un mondo, quello della Formula Uno, oggi cambiato e dove i social e non solo hanno avuto il sopravvento. Un bel tributo a un campione il cui carattere complesso non è immediatamente classificabile.

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    Pietro Genovese

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