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    Recensione Piuttosto m’affogherei

    Storia vertiginosa delle zitelle

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    Recensione Piuttosto m'affogherei

    Recensione Piuttosto m’affogherei

    Chi è Valeria Palumbo?

    Recensione Piuttosto m'affogherei
    Valeria Palumbo

    Valeria Palumbo, giornalista, storica delle donne e autrice teatrale, è caporedattrice del settimanale Oggi. È stata caporedattrice de L’Europeo e di Global Foreign Policy, ha lavorato per la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera, Amica e Capital. Corrispondente della Radio della Svizzera italiana, è docente a contratto di radio e tv web alla Statale di Milano. Collabora con istituzioni, enti di ricerca e associazioni. Tra i suoi libri, Prestami il volto (2003), Svestite da uomo (2007); Le figlie di Lilith (2008), L’ora delle ragazze Alfa (2009), Geni di mamma (2013), Piuttosto m’affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle (2018), L’Epopea delle lunatiche. Storie di astronome ribelli (2018), Veronica Franco, la cortigiana poeta del Rinascimento veneziano (2019), Non per me sola (2020).

    Qual è la trama del libro Piuttosto m’affogherei?

    Cita, zita, zitella: una parola antica che indicava la ragazza non maritata, diventata un insulto nell’ambito di una società patriarcale che, per una donna, ha faticato ad accettare destini diversi dal matrimonio. Dalle Amazzoni alle Vestali, da Ipazia a Pulcheria, dalla regina Elisabetta a Cristina di Svezia, da Jane Austen a Virginia Woolf, e con illuminanti incursioni nel mondo del mito, della fiaba e del fumetto – tra Morgana, la Dama del lago, Maga Magò e la Fata turchina – l’autrice ci accompagna, con uno sguardo divertito e spietato, in un vorticoso percorso attraverso la complessa vicenda di chi non ha camminato lungo il binario definito. Spesso per ribellione, a volte per indole o per puro caso. Scrivendo, così, un’altra storia, di passioni, desideri e talenti diversi, che qui andiamo a raccontare.

    Di cosa parla il libro Piuttosto m’affogherei?

    Valeria Palumbo, giornalista e redattrice, in questo libro si comporta da regista. Svolge una carrellata di donne che hanno rifiutato il matrimonio, che hanno deciso consapevolmente di sfidare le convenzioni sociali e di non marciare verso l’altare per convolare in ingiuste nozze.

    Iniziando dal mito di Diana e altre divinità vergini (termine che le intende non maritate, non obbligatoriamente caste), spiega come donne single siano presenti in ogni epoca e non siano emarginate, ma autonome e realizzate a prescindere dal ruolo di madre e moglie.

    Diana stessa protegge le proprie seguaci e le partorienti: possiamo dire che ha un senso materno esteso al genere femminile, anche se non desidera essere gestante. Le Amazzoni, splendide donne selvagge e guerriere, sono realmente esistite, e ne abbiamo prove storiche. Riunite in tribù, si difendevano dalle invasioni e imposero alle orde di uomini di incontrarsi al solo fine di procreare e tenere con sé le figlie femmine per rimpolpare le fila.

    Guerriera fu anche Giovanna D’Arco, splendida icona femminista, sanguinosa e santa, contraddittoria ma vergine e visionaria, mai corrotta da intenti maschili. La carrellata continua fino ai tempi moderni, analizzando come nei vari secoli, nel succedersi lento della storia, alcune preferissero l’abito talare a un matrimonio di convenienza, altre la vita dissoluta ma la libertà a 360 gradi.

    La Venezia di Veronica Franco, cortigiana e poetessa, fu all’avanguardia in questo senso! Creò delle accademie per orfane e ragazze che non avendo dote non potevano aspirare a un matrimonio né, con l’avanzare degli anni, dedicarsi al lavoro più vecchio del mondo! E che dire delle intellettuali come Emily Dickinson o della Alcott che in “Piccole Donne” fa di Joe March paladina del matrimonio solo ed esclusivamente per amore?

    Le nuove single, classe in piena ascesa, non vogliono rinunciare all’amore ma non vogliono accontentarsi. Non desiderano rapporti tiepidi perché la loro dignità e il loro spirito idealista non lo permettono! Le single non sono necessariamente dei disadattati, anzi, queste donne bramano un uomo accanto, ma sono donne nel senso più sostanzioso del termine. Sono mogli e madri di sé stesse prima di chiunque altro!

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    Marilena Tocci

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