Home Mistero Recensione Il cane che avrebbe dovuto chiamarsi Fido

    Recensione Il cane che avrebbe dovuto chiamarsi Fido

    Recensione Il cane che avrebbe dovuto chiamarsi fido

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    Chi è Antonio Falco?

    Recensione Il cane che avrebbe dovuto chiamarsi fido
    Antonio Falco

    Antonio Falco, nato nel 1973 a Torino, dove vive. Laureato in Scienze dell’Educazione, lavora presso l’Università degli Studi della città in cui risiede. Marito, papà e ciclista amatoriale ha coltivato la passione per la lettura e i libri. Il cane che avrebbe dovuto chiamarsi Fido è il suo libro di esordio ma nel 2018 sempre con la casa editrice il Ciliegio, nella collana Noir gialli pubblicherà il suo secondo romanzo.

    Qual è la trama del libro Il cane che avrebbe dovuto chiamarsi Fido?

    Torino, un Natale povero di neve. Riccardo Martini è pensionato per la seconda volta: dopo avere lasciato il lavoro, si è occupato del nipote che però ha ormai raggiunto l’età dell’autonomia, pertanto anche questa seconda attività non ha più motivo di esistere. È vedovo, ha pochi amici e le sue giornate sono sostanzialmente vuote. Non è un tipo che piange su se stesso, si sente ancora in forma anche se non sa in che direzione orientare le sue energie e la sua voglia di vivere.

    Il fulmineo attaccamento a un cane che inaspettatamente compare nella sua vita, così come il piacere di giocare con lui in parchi inondati di sole invernale, fanno comprendere quanto l’uomo fosse in verità solo con se stesso. Su questa relazione uomo-animale, infatti, si riflette la condizione di solitudine del protagonista, la sua forzata inattività che, nel corso delle vicende narrate, lo porterà a compiere delle scelte “investigative” rischiose per la sua incolumità.

    Il protagonista infatti, un po’ casualmente e un po’ per curiosità e affetto per la bestiola, si troverà al centro di una rete di misteriose scomparse, che lo porteranno a vivere emozioni e peripezie fino ad allora non provate nella sua ordinaria vita da impiegato. La narrazione inizia in maniera ironica per tingersi via via di giallo, fino ad assumere i toni di un thriller.

    Di cosa parla il libro Il cane che avrebbe dovuto chiamarsi Fido?

    Direi che l’esordio dello scrittore Antonio Falco è convincente, poiché ci presenta un giallo leggero e avvincente in cui non troviamo i soliti paladini della giustizia, ma solo uomini comuni impegnati ogni giorno ad indossare una divisa per portare a termine una delle tante indagini. E poi c’è lui, il protagonista, il signor Riccardo Martini, che grazie all’inattesa scoperta di un cane, ritrova finalmente il sorriso uscendo dallo stato di depressione in cui era caduto. Il sodalizio uomo-cane è un binomio perfetto per una storia quotidiana che fa anche molto riflettere.

    In questo romanzo non troviamo una scrittura elaborata perché la storia non lo richiede. Anzi, con semplicità e naturalezza, le pagine scorrono veloci per una lettura appassionante che non deluderà certamente.

    Si tratta di un giallo inconsueto, con sfumature di sana allegria e con personaggi che si rivelano realistici nella loro normalità, fatta anche di pregi e difetti.

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    Dario Brunetti

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