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Gestire il silenzio e l’attesa di feedback

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Gestire il silenzio e l'attesa di feedback

Gestire il silenzio e l’attesa di feedback.

Nel frenetico panorama della comunicazione odierna, dominato dalla rapida interazione digitale, vi è un aspetto che spesso sfida la nostra pazienza e le nostre emozioni: il silenzio e l’attesa di feedback.

Il pioniere Paul Watzlawick, luminare della “Scuola di Palo Alto”, conferma che ogni forma di comunicazione, persino il silenzio, ha un significato.

Come possiamo gestire questa attesa con grazia ed equilibrio, senza lasciare che l’ansia e la frustrazione prendano il sopravvento?

La frustrazione dell’attesa: un dilemma universale

Il silenzio è un maestro severo, che spesso mette a nudo le nostre vulnerabilità. Le neuroscienze spiegano che l’attesa di un feedback attiva l’amigdala e la corteccia prefrontale, le regioni del cervello responsabili della regolazione delle emozioni. Questi momenti di incertezza possono scatenare un turbinio di sentimenti: ansia, impazienza, e a volte persino disperazione.

Esiste un modo per affrontare questi momenti con serenità?

Il primo obiettivo da conquistare è la consapevolezza emotiva. Riconoscere e accettare le emozioni è fondamentale. Quando ci troviamo di fronte al silenzio, è naturale provare fastidio. È funzionale accogliere le emozioni, incassando con moderazione per mantenere equilibri efficaci. Tecniche di rilassamento e meditazione, possono essere alleati preziosi, perché consentono profonda e introspettiva consapevolezza delle nostre emozioni e sensazioni anche corporee e ciò può coadiuvare una gestione ottimale anche della tensione emotiva.

Al riconoscimento delle emozioni, è bene che esse siano accolte, provate, categorizzate e accettate come “momento” a favore  dell’apprendimento emotivo e cognitivo.

La scelta di essere empatici anche con se stessi consente di trasformare il dialogo interiore. Respirazione profonda, dialogo interiore funzionale e tecniche di rilassamento sono validi alleati della comunicazione efficace ed empatica.

In una realtà di fatto in cui l’informazione viaggia piuttosto velocemente e con canali in continuo divenire tecnologico, la chiarezza nella comunicazione è essenziale. Esprimere in modo assertivo le proprie necessità rispetto al feedback può prevenire malintesi.

Domande semplici come “Quando riceverò una risposta?” o “C’è qualcosa che posso fare nel frattempo?” possono dissipare l’incertezza e rendere l’attesa più gestibile.

Il tempo di attesa è un’opportunità da cogliere. Pianificare attività significative o rilassanti durante l’attesa può trasformare “i silenzi” in periodi produttivi e piacevoli. Che si tratti di dedicarsi a un hobby, leggere un buon libro o fare esercizio fisico, queste attività impegnano positivamente la mente e il corpo su più focus funzionali a favore dell’amor proprio.

La fiducia è il fondamento di ogni relazione significativa. Costruire un ambiente di comunicazione empatico e trasparente garantisce collaborazione verso conquiste di consapevolezze reciproche. Quando c’è fiducia reciproca, il silenzio è meno spaventoso e l’attesa di feedback diventa un segno di riflessione ponderata piuttosto che di disinteresse.

Infine, è essenziale ricordare che il silenzio può essere un fertile terreno di crescita. Comprendere che il silenzio può avere molte interpretazioni diverse  ci permette di affrontarlo con un cuore più leggero e una mente più aperta. Il silenzio può indicare riflessione, rispetto, o semplicemente il bisogno di tempo.

Gestire il silenzio e l’attesa di feedback è un apprendimento che coinvolge profondamente le nostre emozioni e comportamenti. Integrare consapevolezza emotiva, condivisione emotiva, comunicazione chiara, gestione attiva del tempo edificando relazioni di fiducia ci permette di affrontare questi momenti con pace interiore e serenità. In questo modo, trasformiamo la frustrazione in un’opportunità di crescita personale, arricchendo la nostra vita e le nostre relazioni con gli altri.

Marco Schifilliti

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